I nostri Progetti di Ricerca
Orientamento Scuola & Lavoro attraverso lo studio delle competenze caratteriali definite dal framework europeo LifeComp
Gli studi di James J. Heckman hanno dimostrato la centralità delle non cognitive skills nella definizione del capitale umano delle persone, ossia di quelle competenze predittive tanto del successo scolastico, quanto di quello professionale, della salute e della vita attiva nella società. Sono tratti della personalità, aspetti peculiari del carattere e dimensioni socio-emozionali recentemente classificati dalla letteratura come “big five”: apertura all’esperienza, coscienziosità, amicalità, estroversione, stabilità emotiva. Componenti che non possono essere evidentemente ricondotti a nozioni teoriche e abilità pratiche; sono, al contrario, competenze non meccaniche e non standardizzabili di natura trasversale e, soprattutto, personale.
È di tutta evidenza l’importanza di queste competenze per l’educazione della persona.
Una scuola oramai attenta alla sola “istruzione” sovente preferisce dimenticarsi della formazione integrale dei bambini e dei giovani: così facendo, però, dimentica la propria ragione originaria e, soprattutto, opera una forzatura artificiosa sulla professionalità degli insegnanti, inevitabilmente attenti non soltanto alla performance scolastica dei giovani, ma anche alla loro maturazione personale. I buoni docenti (da sempre) colgono anche le competenze non cognitive degli alunni, ma tale conquista rimane una silenziosa valutazione personale: nessuna indicazione ministeriale richiede alla scuola di osservare i tratti di personalità degli studenti, neanche quelli predittivi del loro successo futuro.
Una tale mancanza ha impedito l’affinazione di metodi di osservazione delle competenze trasversali efficaci ed efficienti tanto quanto quelli funzionali alla valutazione dell’apprendimento (compiti, voti, pagelle, giudizi di fine anno). Eppure un giovane perfettamente “istruito” può essere profondamente “diseducato” e per questo poco occupabile sul mercato del lavoro e a rischio di esclusione sociale. La disattenzione ai tratti di personalità diventa allora un tradimento delle vocazione originaria della scuola non più censurabile nell’epoca che significativamente non è più definita “della conoscenza” bensì “della competenza”.
Dal 2015, tra i primi in Italia, la Fondazione per la Sussidiarietà studia le competenze non cognitive.
Le prime riflessioni sono state raccolte in un volume dal titolo “Far crescere la persona. La scuola di fronte al mondo che cambia”, a cura di Giorgio Vittadini, edito dalla Fondazione stessa nel 2016. La ricerca è stata dedicata al rapporto tra le non cognitive skills e la scuola.
L’anno successivo si è attivata una feconda collaborazione con la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, che dura tuttora. Il primo frutto di questa alleanza è stata la traduzione in italiano del volume di James J. Heckman e Tim Kauts: “Formazione e valutazione del capitale umano. L’importanza dei “character skills” nell’apprendimento scolastico”, pubblicato nel 2016 nella Collana della Fondazione per la Scuola edita da Il Mulino.
Il successo di queste due ricerche ha determinato l’avvio di un progetto di ricerca triennale finanziato dal Dipartimento della Conoscenza della Provincia Autonoma di Trento e dal titolo “Effetti delle non cognitive skills sugli apprendimenti e sul successo formativo”, diretto scientificamente dal prof. Giorgio Vittadini. Il progetto ha inteso comprendere come queste competenze possano essere osservate durante l’esperienza scolastica, in particolare nella scuola primaria. Ampie evidenze e considerazioni derivanti da questa ricerca sono stati presentate nel volume “Viaggio nelle character skills. Persone, relazioni, valori” curato da Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi e Giorgio Vittadini nel 2021, edito dal Mulino.
Negli ultimi mesi del 2020 è iniziata una poderosa ricerca triennale affidata dalla Fondazione per la Scuola alla Fondazione per la Sussidiarietà e a Piazza dei Mestieri di Torino volta a indagare in sei diversi istituti scolastici (tre a Torino, gli altri a Bologna, Pescara e Foggia) come un intervento volontario sulle competenze non cognitive degli alunni iscritti al secondo anno della scuola superiore possa (o, al contrario, non riesca a) incrementare la stabilità emotiva, autoefficacia e coscienziosità degli alunni. La ricerca, di taglio sperimentale, sarà conclusa nel 2023.
Da ultimo, nel corso del 2022 la Fondazione per la Sussidiarietà ha iniziato uno sfidante percorso formativo con i docenti di ogni ordine e grado del prestigioso Collegio San Carlo di Milano volto non soltanto a riflettere sulla centralità delle competenze non cognitive degli studenti, ma anche sul nesso tra i tratti di personalità degli alunni e quelli dei loro docenti.
I lavori sinteticamente descritti, già conclusi o in corso di svolgimento, hanno inteso indagare come le non cognitive skills possano modificare, anche radicalmente, i metodi educativi della scuola, migliorando le capacità di apprendimento degli studenti. Procedendo in questa direzione, hanno anche voluto individuare metodi di valutazione dei livelli raggiunti e dei progressi compiuti dagli studenti; il rapporto tra le competenze trasversali e il successo scolastico; le caratteristiche del docente adeguato a una didattica anche non cognitiva.
In Italia ancora nessuno si è concentrato specificatamente sulla fase successiva, ossia sul rapporto tra competenze non cognitive e transizione tra scuola, università e lavoro.
L’interesse della nostra SSML, congiuntamente ad ENBAS, ERSAF e alla Fondazione per la Sussidiarietà, permette di colmare questa lacuna, permettendo di indagare il nesso tra soft skills e successo professionale, tra competenze non cognitive ed occupabilità (intesa certo come capacità di trovare lavoro, ma anche come esito di una formazione rivolta alla integralità della persona). Il territorio di riferimento è la Calabria, situazione particolarmente sfidante, considerate gli indicatori del mercato del lavoro giovanile. La domanda di ricerca è relativa ai compiti della scuola rispetto al mercato del lavoro, senza sottomissione alle logiche produttivistiche, ma con un occhio inedito ai tratti di personalità che maggiormente predicono il successo professionale.
Per poter operare questa verifica la Fondazione reputa opportuno impostare con l’ente bilaterale un percorso di medio periodo (tre anni) costruito nel rapporto costante con le scuole e, in particolare, con i docenti della scuola secondaria superiore, di ogni ordine.
PRIMO ANNO:
SECONDO ANNO :
TERZO ANNO:
LifeComp e progetto FindYourGoal.it
Spin Off della ricerca sul framework europeo LifeComp è il nostro software per l’identificazione e la certificazione delle competenze caratteriali chiamato FindYourGoal.it
Le character skill sono il futuro dell’orientamento al lavoro